lunedì 19 dicembre 2016

Bonazza und die SS

aktualisiert 19.12.2016, 17:00 Uhr | verfasst 17.12.2016, 13.00 Uhr

Charlemagne Pullover. Quelle Video: Facebook
Ein Pullover mit der Aufschrift „Charlemagne“ - so präsentierte sich der Gemeinderat von Casapound Andrea Bonazza kürzlich während einer Sitzung. Charlemagne war eine SS-Division im Zweiten Weltkrieg und bestand aus französischen Freiwilligen, die gegen die Partisanen im russischen Gebiet kämpften und dabei Dörfer zerstörten und für Kriegsverbrechen verantwortlich waren. Sie waren zudem eine der letzten Einheiten, die Hitlers "Führerbunker" und Berlin vor der roten Armee verteidigten. Gerade deswegen genießt Charlemagne in der neofaschistischen und -nazistischen Szene Kultstatus.
An revisionistischen Veranstaltungen zur Glorifizierung der Charlemagne SS-Division in Deutschland nehmen vor allem Neonazis teil.
Pullover im Onlineshop

Der Pullover stammt aus dem CasaPound-Onlineshop "Testa di Ferro", in dem zahlreiche Kleidungsstücke mit dem Schriftzug angeboten werden, teilweise ergänzt mit "Berlino 1945" oder dem Zusatz "Grenadier Division", wie er sich auch auf besagtem Pullover wiederfindet. Dass damit die SS-Division gemeint ist und keinesfalls Karl der Große (auf franzöisch Charlemagne), dürfte damit klar sein - ebenso wie durch das mittelalterlich anmutende, pseudo-kraolingische Wappen, das eine historische Fälschung bzw. Nachkriegserfindung von Nazis ist und heute in besagten Kreisen als Divisionsabzeichen zirkuliert. Im Original bestand dies lediglich aus der französischen Trikolore.
Der Schriftzug mit "Grenadier Division"

Zur Verteidigung des Charlemagne-Pullovers meinte Bonazza, er sei lediglich "geschichtlich interessiert". Besonders weit ist sein Interesse nicht gegangen, wenn er sich dann mit Fake-Wappen schmückt. Zudem sprechen seine SS-Tattoos eine andere Sprache. Gleich eine ganze Reihe an Nazi-Symbolen hat der Neofaschist auf seinem Oberarm verewigt. Unter seinem Hals ist ein Schlagring tätowiert und auf seinem Kopf das Wort "Skin". Dies mit geschichtlichem Interesse zu begründen ist weit hergeholt. Pure Verherrlichung des Nationalsozialismus und Faschismus treffen wohl eher zu.
Andrea Bonazza mit Nazi-Tattoos

Dies alles ist nur ein weiteres Beispiel dafür, dass ein vorbestrafter Gemeindevertreter keinen Hehl aus seiner neofaschistischen Ideologie macht. Skandalös ist aber, dass dies in einer öffentlichen Institution geduldet wird.

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Una felpa con la scritta "Charlemagne". Cosí si é presentato all'ultima seduta del Consiglio Comunale in consigliere di Casa Pound Andrea Bonazza. La Charlemagne fu una divisione di Waffen SS durante la seconda guerra mondiale, formata da volontari francesi. Creata a partire dalla Légion des volontaires français contre le bolchévisme, unitá impiegata al fronte e nella "lotta anti-partigiana" in Bielorussia, eufemismo per indicare la distruzione di interi villaggi ed il massacro indiscriminato di civili, fu una delle ultime formazioni a difendere il "Führerbunker" di Berlino dagli assalti dell'Armata Rossa. Proprio per questo motivo la Charlemagne gode di uno status di culto tra le fila dell'estrema destra. In occasione di eventi chiaramente revisionisti, volti a glorificare la divisione Waffen SS Charlemagne, svoltisi in Germania, hanno preso parte soprattutto militanti di movimenti neonazisti. 
Se non altro la felpa di Bonazza ci dimostra per l'ennesima volta che, dietro alla facciata pseudo-democratica e alla retorica dei bravi ragazzi, si nasconde un'ideologia che ha scritto una delle pagine piú nere della storia europea.

Facebook Screenshot

Presseschau CasaPound / Bonazza / Charlemange SS Division

sabato 17 dicembre 2016

CasaPound: In consiglio comunale con una felpa delle SS

Alcune banalità che forse è meglio ricordare


Nei prossimi giorni verrà presentato a Merano un prezioso ed importante libro intitolato “quando la patria uccide” che ricostruisce la storia delle famiglie di religione ebraica deportate da Merano dopo l'8 settembre. Un libro importante, che rischia però di essere inutile se l'esercizio della memoria storica non viene continuamente riattualizzato e rinnovato.


Oggi siamo nel 2016 e le persecuzioni su base etnica, razziale, religiosa, politica nel mondo non sono affatto scomparse, anzi. Pensiamo alle persecuzioni subite dai palestinesi, dai curdi, dagli oppositori politici in Turchia, oppure ai massacri in Siria.

Anche le ideologie che nel passato hanno portato a tali aberrazioni non sono morte. Oggi si ripresentano sotto altre spoglie, più o meno evidenti, a difesa delle frontiere, dell'”identità”, delle tradizioni, della religione, etc. E in Europa riprendono credito nazionalisti di tutte le risme, accompagnati da un generale revisionismo storico teso a rivalutare i collaborazionisti di Hitler nella seconda guerra mondiale: pensiamo all'Ungheria, all'Ucraina, al Front National in Francia.

Lo sterminio degli ebrei, dei Rom e dei Sinti, degli omosessuali e la sistematica persecuzione dell'opposizione di tutte le tendenze avvenne oltre che per la capacità di un gruppo ben organizzato di prendere il potere, anche grazie a quella che Primo Levi definiva la “Zona Grigia”, quella massa informe di persone disposte ad ogni tipo di compromesso per un piccolo vantaggio oppure per evitare delle noie.


Nella seduta del consiglio comunale di Bolzano del 14 dicembre il responsabile regionale dell'organizzazione fascista CasaPound, Andrea Bonazza fa un intervento in aula per solidarizzare con i tassisti di Bolzano, guarda caso in occasione del dibattito nato in seguito all'aggressione subita da una passeggera originaria del Kenia (quindi di pelle nera) ad opera di un tassista. Un grossolano tentativo di rovesciare le responsabilità delle parti in causa: una loro vecchia specialità.

Durante il suo intervento in aula il fascista suddetto indossa una felpa di colore scuro con la scritta Charlemagne. Probabilmente a causa di un' ignoranza storica purtroppo diffusa, nessuno in aula sapeva cosa significasse quella scritta. E se qualcuno sapeva, evidentemente non dava troppo fastidio che un consigliere comunale potesse entrare nel “cuore delle istituzioni democratiche bolzanine” indossando con orgoglio il simbolo di una divisione di nazisti francesi.



Charlemagne è il nome di una divisione SS di collaborazionisti francesi fondata nel 1944 a sostegno dell'invasione nazista della Francia e della guerra imperialista di Hitler. Indispensabili esecutori degli ordini tedeschi, come i repubblichini in Italia si resero colpevoli di alcune delle azioni più efferate e sporche compiute durante gli anni di occupazione militare. Responsabili di torture, rastrellamenti, oltre che della deportazione degli ebrei francesi e non solo.

Il consigliere comunale Bonazza, 
accompagnato dal prode Ghizzi sfoggia la sua statura intellettuale 
e il suo guardaroba identitario

Queste sono le simbologie che vengono portate nel consiglio comunale di Bolzano dal rappresentante di un organizzazione politica responsabile di numerose gravissime aggressioni in Trentino Alto Adige negli ultimi 3 anni.

La cosa non ci stupisce, non è una novità che tale personaggio sia un nostalgico del fascismo e del nazismo, anche nelle loro appendici più brutali e infami come la Repubblica di Salò o dei vari governi fantoccio instaurati nei paesi invasi dalle truppe tedesche.

Ma è preoccupante il silenzio con cui tali simbologie vengono accolte, a dimostrazione di un' assoluta impreparazione politica e culturale fra chi è seduto in aula.



D'altronde il Bonazza è in buona compagnia nelle aule istituzionali. A maggio scorso Pius Leitner dei Freiheitlichen parlò degli immigrati che vivono qui paragonandoli ai “vermi nello Speck”, mentre a dicembre l'ex capo degli Schuetzen sudtirolesi parlava degli ebrei come estranei alla cultura occidentale, dimostrando un ignoranza storica imbarazzante.



L'ennesima dimostrazione che nulla possiamo aspettarci da chi è seduto nelle aule istituzionali.

La stessa aula istituzionale in cui sono seduti consiglieri leghisti che fanno politica cavalcando la paura di stranieri e Islam, creando mostri attraverso battaglie indecenti volte a criminalizzare gli stranieri che usano il wi-fi in piazza Domenicani (come fece il leghista Filippo Maturi) o quelli che scappano dalle guerre che il loro stesso partito a votato e finanziato.

Gli stessi leghisti garantisti a correnti alternate, pronti a chiedere il carcere a vita e l'espulsione per un tunisino che ruba al supermercato mentre per un tassista che picchia e minaccia violentemente una donna di origine straniera “aspettano le indagini”.



Per noi la nozione di giustizia non è legata al colore della pelle, né alla nazionalità.

Non dimenticheremo mai le infamie commesse dai nazisti e dai fascisti di ieri e di oggi.

Continuiamo la lotta affinchè non ci sia mai più spazio per ideologie razziste che portano al baratro della guerra fra poveri.