venerdì 27 marzo 2015

Alcune riflessioni sull'aggressione fascista a Bolzano | commento

Siamo persone semplici, chiamiamo fascista un fascista e cane un cane.

Ridare un senso alle parole è un primo passo da fare per cambiare le cose, in questi ultimi anni abbiamo assistito ad un vero e proprio stupro premeditato del dizionario della lingua italiana di cui giornalisti e politici in primis si sono resi responsabili.
Le guerre sono diventate “missioni umanitarie”, lo sfruttamento è diventato “flessibilità” e i fascisti sono diventati...”ragazzi di destra”. E' impressionante vedere come delle volte vengano fatte passare delle riforme o delle ingiustizie attraverso il cambio della semantica.
Un processo che porta a fare accettare nell' indifferenza anche le peggiori schifezze.
L'aggressione organizzata dai fascisti di CasaPound contro alcuni ragazzi identificati come antifascisti ha innescato una serie di prese di posizione ed ha prodotto alcuni effetti.
Casa Pound è un organizzazione presente sul territorio nazionale da circa 11 anni. In tutti questi anni i “fascisti del terzo millennio” si sono resi responsabili di innumerevoli aggressioni sul territorio nazionale: a volte mortali (come quella di Casseri a Firenze e Ceniti a Roma in un caso mafioso) altre volte potenzialmente mortali (a Cremona, a Viterbo, a Trento solo per citare le più recenti).
Insomma, non è una novità che questi nostalgici del Duce pratichino lo squadrismo: attraverso le botte, le minacce, le intimidazioni dirette o via internet. E qui arriviamo al punto: subito dopo l'aggressione i due responsabili più in vista di CasaPound Bolzano hanno indirettamente rivendicato e giustificato il pestaggio avvenuto nei pressi di Corso Libertà. Ecco cosa scrive il responsabile regionale di CasaPound il 21 marzo.

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